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Generalità sulle articolazioni

20 Mar

Le articolazioni sono dispositivi giunzionali che uniscono le ossa nello scheletro.

Si dividono in due tipologie:

  1. sinartrosi: giunzione tra capi scheletrici per mezzo di tessuti connettivi interposti a riempire lo spazio tra estremità articolari
  2. diartrosi: caratterizzate dalla discontinuità e dal contatto tra le cartilagini di incrostazione dei capi articolari. Il contatto è mantenuto da complessi legamentosi non interposti ma avvolgenti a manicotto le estremità articolari.

SINARTROSI

A loro volta le sinartrosi si distinguono in:

  • Suture: l’intermediario tra capi articolare è tessuto connettivo denso. I capi articolari sono solitamente margini di ossa piatte che se lisci e regolari danno luogo a suture armoniche, se dentellati a suture dentate, se tagliati di sbieco a suture squamose e se invece incastrate l’una dentro l’altra a suture a incastro o schindilesi. Spesso il connettivo interposto ossifica e la sutura si trasforma in sinostosi. Es. suture tra le ossa del cranio. Un altro particolare esempio di sutura è quella tra dente e cavità alveolare e prende il nome di gonfosi.
  • Sincondrosi: l’intermediario tra capi articolari è un tessuto di cartilagine ialina. Un es. è l’articolazione tra sterno e prima costola.
  • Sinfisi: tra i capi articolari rivestiti da cartilagine ialina è interposto un tessuto fribro-cartilagineo più o meno compatto. Es. articolazione tra corpi vertebrali e tra le porzioni pubiche delle ossa dell’anca.

    Tutte le sinartrosi sono immobili o semimobili.

DIARTROSI

Si devono considerare la forma e la grandezza dei capi articolari, le superfici articolari, le cartilagini di incrostazione, la capsula articolare con i suoi strati fibroso e sinoviale, i legamenti di rinforzo, i cencini e i menischi, la cavità articolare e la sinovia.

I capi articolari presentano svariate forme, estensione e orientamento delle superfici con le quali si articolano. Queste diversificazioni sono molto importanti per capire la funzione, il tipo di movimento e il grado di libertà che un’articolazione consente.

Tenendo conto di tutte queste differenze distinguiamo:

  • Artrodie: le superfici contrapposte sono piane, con contorno ed estensione variabile. Sono vincolate da mezzi di unione e stanno a contatto scivolando su un piano, non consentono l’esecuzione di movimenti angolari. Es. articolazione polso.
  • Enartrosi: le estremità sono a forma di segmento di sfera, piena e cava. I capi articolari sono sempre in contatto ruotando l’uno sull’altro, così da permettere movimenti angolari su tutti i piani. Es. articolazione coxofemorale
  • Condiloartrosi: Le contrapposte superfici articolari hanno un contorno ellissoidale, una concava,cavità glenoidea e una convessa, condilo. Ognuna delle due superfici ha diverso raggio di curvature, producendo movimenti angolari limitatamente ai due piani ortogonali corrispondenti ai due assi principali. Es. articolazione mandibolare.
  • Articolazione a sella: anche in questo caso le superfici articolari sono una concava e una convessa e si contrappongono incastrandosi reciprocamente. I movimenti sono biassiali, accompagnati da un certo grado di rotazione assiale. Es. articolazione pollice
  • Ginglimi: le superfici articolari contrapposte rappresentano un segmento cilindrico cavo e uno pieno. Se l’asse dei cilindri contrapposti è parallelo all’asse longitudinale delle due ossa, il movimento è rotatorio sul proprio asse e il ginglimo è laterale.Se è perpendicolare all’asse longitudinale delle due ossa, il movimento è angolare e il ginglimo è angolare o troclea. Nei ginglimi la forma del cilindro è spesso imperfetta, quando questo capita il movimento angolare è accompagnato da rotazione. Es. articolazione gomito

Spesso le superfici articolari hanno un’ampiezza molto differente e quando questo accade la superficie meno estesa viene completata da dispositivi fibrocartilaginei, labbri glenoidei ecotiloidei, che si inseriscono sui bordi delle cartilagini di incrostazione di una delle due superfici articolari.

Quando le superfici sono disarmoniche e non combaciano, le cartilagini non entrano in contatto in tutti i punti per cui subentrano una o più formazioni fibrocartilaginee, i menischi, che costituiscono spessori interposti tra le superfici articolari. I menischi hanno il ruolo di riempire più o meno completamente gli spazi liberi tra le cartilagini di incrostazione dei capi articolari, permettendo così il reciproco scarico gravitazionale non solo su un punto ma su un’area più estesa, in modo da meglio distribuire e quindi gestire le sollecitazioni meccaniche, limitando quindi l’usura.

Alla forma delle superfici articolari è correlata la direzione dei movimenti, che è indicata dall’asse intorno al quale essi hanno luogo. Come già detto gli assi da considerare sono : il longitudinale, il trasversale e l’asse sagittale.

I movimenti che si svolgono intorno all’asse trasversale sono di estensione e flessione, quelli che si svilgono intorno all’asse sagittale sono di inclinazione laterale ( rachide), abduzione e adduzione (arti), quelli che si svolgono nell’asse verticale sono detti di torsione ( rachide ) o rotazione (arti). Il movimento di rotazione dei segmenti più distali dell’arto superiore, avambraccio e mano è detto di supinazione se volto verso l’esterno, pronosupinazione se rivolto verso l’interno.

CARTILAGINE ARTICOLARE

La superficie articolare è rivestita da cartilagine ialina, di colore biancastro e di spessore variabile da pochi mm a quasi 2 cm. Il suo margine perimetrale è tagliato di sbieco a discapito dei piani superficiali e continua nella sinoviale tramite un sottile pericondrio. Non c’è invece pericondio sulla superficie esposta verso le cavità.

In profondità, poggia sul trabecolato delle epifisi giungendo anche in contatto con il midollo osseo della sostanza spugnosa. Le fibre collagene superficiali hanno andamento tangenziale mentre le profonde si impiantano radialmente sull’osso e le intermedie si dispongono in arcate conesse verso la cavità articolare. Tutti questi arrangiamenti hanno un significato meccanico in rapporto alle pressioni gravitazionali e muscolari.

La cartilagine articolare sotto carico può raggiungere lo spessore di un mm, a carico terminato ritornare alla sua dimensione originale. Ma una compressione duratura e potente della cartilagine potrebbe danneggiarla permanentemente.

Il nutrimento avviene tramite diffusione dal liquido sinoviale e a volte dal circolo arterioso se questo raggiunge il perimetro cartilagineo. Un mevimento di pressione adeguato favorisce questa diffusione.

CAPSULA ARTICOLARE

E’ un manicotto fibroso che avvolge i due capi articolari inserendosi sui margini delle cartilagini di incrostazione, in continuità col periostio.

E’ costituita da connettivo denso a fasci intrecciati con disposizione traiettoriale, spesso infintrato di grasso.

In profondità si addossa allo strato fibroso della capsula la membrana sinoviale, che può essere semplice, se costituita da un esile strato di connettivale fibrillare con poche cellule superficiale, pochi vasi e pochi nervi, oppure complessa, se costituita da connettivale reticolare ricco di istiociti, cellule granulose basofile, plasmacellule, monociti, linfociti, prende un colore giallo-rosso è spesso intercalata da grasso e può sollevarsi a formare pieghe, frange o villi.

La sinoviale esposta verso le cavità articolari è formata da pochi strati di cellule immerse nella sostanza amorfa.

LEGAMENTI ARTICOLARI

Rinforzano la capsula articolare, possono essere costituiti da filamenti fibrosi o fibroelastici e si distinguono in periferici e a distanza. I primi sono aderenti o incorporati nella capsula, i secondi possono trovarsi anche a distanza notevole dall’articolazione

CAVITA’ ARTICOLARE E LIQUIDO SINOVIALE

E’ lo spazio compreso tra i capi articolari e la capsula articolare, la sua ampiezza è variabile e spesso la forma è complicata dalla presenza di recessioni come avviene ad esempio nell’articolazione del ginocchio. Il liquido sinoviale invece si distribuisce come un velo sottile sulle cartilagini articolari, garantendone lubrificazione e nutrizione. Il suo volume varia in rapporto all’ampiezza della cavità ed è arricchito dalle secrezioni delle cellule della membrana sinoviale. E’ ricco di complessi glicoproteici, prevalentemente mucopolisaccaridi rappresentati da acido ialuronico. E’ giallo, limpido e mucoso.